Negli ultimi anni sono sempre di più le persone che hanno un lavoro autonomo e che quindi devono aprire la Partita Iva. Ecco come funziona.

Come aprire la Partita Iva
La Partita Iva è una sequenza di cifre – rilasciata dall’Agenzia delle Entrate – che identifica il lavoratore che eserciti un’attività rilevante ai fini dell’imposizione fiscale indiretta. Deve essere aperta da quei soggetti che fatturano cifre superiori ai 5mila euro annui. Come ottenerla? Basta presentare il modulo apposito che certifica l’avvenuta attività lavorativa autonoma, entro trenta giorni dall’inizio della stessa. Il documento deve essere presentato all’Agenzia delle Entrate.

Il modulo all’Agenzia delle Entrate può essere presentato dal soggetto stesso ai suoi uffici, oppure tramite raccomandata con ricevuta di ritorno o per via telematica, scaricando online la documentazione necessaria. Ovviamente si deve allegare a questo un documento d’identità valido. Se si sceglie d’inviare il modulo tramite Internet, bisogna farlo tramite PEC e firmare digitalmente la copia. Oppure, e questa è la soluzione più semplice, ci si può rivolgere direttamente a un commercialista.

Quando si apre la Partita Iva, si deve decidere se accedere al regime ordinario o forfettario. La differenza sta nella diversa tassazione che viene imposta al soggetto, che dipende dai redditi percepiti nell’anno in corso.

Quali spese scaricare con la Partita Iva?
Chi ha una Partita Iva può dedurre dal reddito i costi sostenuti per la propria attività. Questi chiaramente devono essere inerenti al lavoro svolto: non si possono scaricare le spese sostenute a uso strettamente personale. Ad esempio, il freelance che svolge la sua professione da casa può dedurre i costi per l’acquisto di una stampante, delle cartucce, o anche quello del telefono. Le percentuali variano a seconda del bene, del soggetto o del regime fiscale d’appartenenza.

Chi usa il telefono aziendale e il pc per lavoro, può dedurre i costi fino all’80%. Per la macchina bisogna fare tre distinzioni: se il veicolo risulta come bene strumentale si arriva all’80%, se è in uso ai dipendenti o promiscuo al 70%, se è utilizzato per scopi diversi al 20%. Le spese sostenute per vitto, alloggio e trasferte sono scaricabili invece fino al 75%.

Le spese possono essere scaricate solo da chi appartiene al regime fiscale ordinario, mentre chi accede al forfettario non ne ha diritto. Questo perché ha già una tassazione molto agevolata.

 

Fonte: QuiFinanza