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Se uno stato influenzale blocca in casa il lavoratore, cosa è tenuto a fare?

In primis, dovrà comunicarlo al datore di lavoro prima possibile o comunque entro il tempo massimo previsto dal contratto collettivo.

Quindi, dovrà recarsi presso il proprio medico curante perché questi rediga ed inoltri telematicamente all’ INPS un attestato di malattia che contenga dati anagrafici, domicilio e prognosi. Copia del certificato perviene telematicamente al datore di lavoro.

L’INPS potrà predisporre una visita fiscale (generalmente a campione) o su richiesta del datore di lavoro (con spese a suo carico) per verificare lo stato di malattia.

Già dal primo giorno di assenza, il lavoratore è tenuto a rendersi reperibile durante tutta la settimana, compresi sabato e domenica, anche nei giorni festivi; diverse sono le fasce di reperibilità a seconda si appartenga al settore pubblico o al settore privato; per quest’ultimo le fasce vanno dalle 10 alle 12 e dalle 17 alle 19.

Ma cosa succede se il medico fiscale non trova a casa il lavoratore?

Il lavoratore perde il 100 % della retribuzione per i primi 10 giorni (salvo a dimostrare il proprio stato di malattia con visita ambulatoriale entro i 10 giorni e ripristinando il diritto alla retribuzione dalla data della visita). Se il medico fiscale si presenta al di fuori delle fasce di reperibilità il lavoratore non è sanzionabile.

L’assenza del lavoratore nelle fasce di reperibilità è giustificata solo se è dovuta a causa di forza maggiore o per sottrarre sé un suo familiare da un pericolo grave, oppure se deve sottoporsi a visite mediche specialistiche o generiche, analisi, cure e terapie. In quest’ultimo caso il lavoratore dovrà fornire idonea documentazione.